Titolo Suburra
Autore Carlo Bonini e Giancarlo De Cataldo
Uscita 2013
Editore Einaudi
Pagine 488
Recensito da Ciro Andreotti
ISBN 9788806215279
Anteprima
Genere Gialli
A Roma si intrecciano le vite di un gruppo di personaggi che hanno un solo obiettivo: stringere accordi per ottenere sovvenzionamenti e permessi per costruire Waterfront, un lungo e infinito complesso edile con tanto di sale da gioco poste lungo il litorale di Ostia. Sulle tracce del temuto Samurai, ex membro della Banda della Magliana, e colui che lega il mondo della politica e della malavita locale, si pone una sua vecchia conoscenza: il tenente colonnello dei ROS Marco Malatesta.
Il romanzo scritto a quattro mani dal giornalista di Repubblica Carlo Bonini e dall’ex Magistrato De Cataldo si pone esattamente a metà fra il Romanzo Criminale di quest’ultimo e la cronaca dei giorni d’oggi, alla stregua di un prequel che però affonda le proprie radici in un passato relativamente recente, un passato ove al Freddo, al Libanese e al Dandi si sono succeduti nuovi e altrettanto inquietanti personaggi. Lo stile veloce, i dialoghi taglienti, il numero infinito di protagonisti e il continuo cambio di scena, non aiutano di certo una trama che rimane comunque leggibile solo grazie all’abilità degli autori di rendere molto ordinato lo scandire degli eventi senza analessi che renderebbero difficoltosa la lettura. Il libro parte con la descrizione di un recente passato, i primi anni ‘90, che vede Marco Malatesta nel ruolo di adepto del Samurai, un passato nel quale entrambi sono imbevuti di idee reazionarie e di estrema destra; per approdare a un oggi nel quale entrambi sono ancora protagonisti ma anche contrapposti su sponde differenti. Nel mezzo Roma, una Roma che rispecchia lo stato attuale della capitale, uno stato malato anche a causa di persone come il Samurai, il quale è sin troppo facilmente accostabile a personaggi tristemente divenuti celebri.
Un romanzo noir da leggere se siete rimasti affascinati da Romanzo Criminale e dalla cronaca dei giorni nostri, un romanzo che recentemente è approdato al cinema ma in una veste incapace di appassionare come la parola scritta a causa di scelte inevitabili che hanno imposto la scelta di sopprimere proprio il personaggio di Malatesta, vero collante e voce narrante di tutta la storia.
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