Mauro Donzelli
Perfidia in spagnolo vuol dire tradimento e di tradimenti ce ne sono un mucchio nel nuovo romanzo di James Ellroy che arriva in Italia con quel titolo pubblicato da Einaudi con la traduzione di Alfredo Colitto. Ci sono voluti due anni e mezzo al grande scrittore californiano per realizzare il suo nuovo romanzo storico. Proprio così li definisce e non libri noir o di genere. Il suo successo è dovuto principalmente alla tetralogia su Los Angeles negli anni ’50, composta da Dalia nera, Il grande nulla, L.A. Confidential e White Jazz, oltre alla trilogia sulla storia underground americana cominciata con American Tabloid, proseguita con Sei pezzi da millee conclusa nel 2010 con Il sangue è randagio.
Con Perfidia inizia un’altra prevista tetralogia dedicata a Los Angeles negli anni ’40, raccontando poco più di venti giorni intorno al fatidico 7 dicembre 1941, quando i giapponesi attaccarono la flotta americana a Pearl Harbor provocando l’entrata in guerra degli Stati Uniti.
Per parlarne ai suoi lettori James Ellroy a protagonista di un affollato incontro con il pubbliconella Sala Petrassi dell’Auditorium Parco della Musica di Roma, nel corso della manifestazione Libri come. A moderare il tutto il giornalista, professore di cinema e scrittoreAntonio Monda. Di seguito vi proponiamo alcune delle considerazioni più interessanti di unEllroy gigione e sempre soddisfatto del suo eloquio spiazzante.
Il padre
Mio padre era un omone di bell’aspetto nato a Boston, lavorava per Rita Hayworth, era ben dotato, lo dicevano tutti. Un giorno, quando avevo 12 anni, mi disse con il suo inimitabile accento di Boston, ‘ehi ragazzo, mi sono scopato Rita Hayworth’. Io gli ho risposto che non era vero, ma lui ha insistito. Non c’ho mai creduto, fino a che dieci anni fa ho visto in una biografia che aveva ragione. È questa l’unica cosa che mi interessa di Hollywood. Chi ce l’ha più grande, chi più piccolo, chi è omosessuale, chi è lesbica o ninfomane, chi ubriacone o tossico. Poi qualche occasionale assegno per i diritti dei miei libri.
Quando ha deciso di diventare scrittore e il cinema
All’età di 8 anni ho deciso che volevo fare lo scrittore, perché adoravo leggere. All’età di 11 anni i miei libri preferiti erano quelli di Mickey Spillane con protagonista Mike Hammer: Bacio mortale, Il colpo gobbo, Tragica notte. Ma non puoi vivere leggendo per cui decisi di diventare un romanziere. Mi ci sono voluti poi altri 24 anni per iniziare sul serio. Il cinema è una forma d’arte inferiore. Non si può confrontare con la letteratura, perché il romanzo, la forma definitiva di letteratura perché condensa un mondo intero, è il mondo di una persona sola. Non c’è mai stato un grande romanzo scritto da più di una persona. Il cinema è una forma d’arte collettiva, costa un sacco di soldi, per cui devono recuperare molti soldi e adattarsi quindi a un gusto volgarizzato. Ecco perché anche i bei film sono imperfetti. Ora, con l’avvento degli smartphone, di internet e della pornografia sulla rete, la gente sta perdendo sempre di più la capacità di concentrarsi per leggere un corposo, denso e bel romanzo. Il cinema come conseguenza dell’avvento di internet è diventato enormemente più ipercinetico. Non c’è la qualità della meditazione nella maggior parte dei film di oggi, mentre il romanzo è meditativo alla massima potenza. Perché? Semplicemente perché devi dire a te stesso le parole che leggi.
Stimolato da Antonio Monda - che di cinema si occupa principalmente, e che dirigerà proprio all’Auditorium la prossima edizione del Festival di Roma - il quale ha ricordato come William Friedkin sostenga che gli inseguimenti funzionano poco in un romanzo, Ellroy ha così risposto folgorante: “Sì, ma se i tuoi giorni stanno per finire e ripensi ai grandi momenti artistici che ti hanno influenzato penseresti ai fottuti inseguimenti di macchina?”.
Il suo metodo di scrittura
Si fotta internet e si fottano i telefonini. Scrivo su un quaderno bianco con penne biro nere. Non so digitare su un computer, non voglio farlo e non l’ho mai fatto in vita mia. Questo mi permette di mantenere la concentrazione nel corso di scalette da 700 pagine e 1200 pagine manoscritte.
Il politicamente corretto come patologia dell’arte
Gli esseri umani possono essere rappresentati con qualsiasi sfumatura di moralità l’artista decide. L’idea che invece dovrebbero essere raffigurati secondo schematizzazioni etniche, politiche, socioeconomiche, è riduttiva e immorale. Questo è un fenomeno di questi tempi nel cinema. Non so se sia così anche in letteratura, perché non leggo molto. Detto questo posso dirvi che epiteti razziali, insulti nei confronti degli omosessuali o minoranze abbondano nei miei libri e non li considero in nessun modo forme di odio, anche se molti americani mi accusano di essere un portatore di odio. Allora si fottano, se non ti piacciono i miei libri vattene a fanculo.
I grandi autori noir
Credo che Dashiell Hammett siano inestimabilmente più grande di Raymond Chandler. La versione breve della ragione è la seguente: Chandler scrisse dell’uomo che voleva essere,Hammett scrisse dell’uomo che aveva paura di essere. Il singolo titolo più importante nel mio pantheon di lettore è Libra di Don DeLillo che racconta l’assassinio di Kennedy visto per lo più attraverso gli occhi di Lee Harvey Oswald. È assolutamente la massima ispirazione per la mia trilogia “USA Underground”.
La musica
Amo la musica classica, soprattutto Beethoven, di cui ho otto busti in casa. È l’Ellroy tedesco.
L’ossessione per Los Angeles
Il detto dice “L.A. vieni in vacanza e te ne vai libertà condizionata”. Nel mio caso è vero e posso solo dire che sono stato fortunato, perché è stato il destino a farmi nascere nell’epicentro del cinema noir nel pieno dell’era del cinema noir. Se fossi nato a Roma avrei scritto Roma Confidential con al centro la città felliniana negli anni ’60 raccontata ne La dolce vita e al posto di Russell Crowe, nei panni di Bud White in L.A. Confidential, ci sarebbe statoMarcello Mastroianni e la protagonista femminile sarebbe stata Monica Vitti al posto di Kim Basinger. È così, la geografia è il destino, puoi essere fortunato o dannato, sta a te capire quale delle due possibilità scegliere.
Tutti hanno un lato oscuro nei suoi romanzi
È difficile essere puri, ma puoi essere coraggioso, acuto o dannato e apparire in forma. Non sono cose da poco. Siete un popolo di bell’aspetto, voi italiani. Avete le macchine più veloci, i vestiti più belli, tanti vincitori del Nobel quanto gli americani. Avete delle belle rovine, il Vaticano si trova qui. Sono cose importanti, non le sottovalutate, potete essere tutte queste cose, anche se non siete puri, e la descrizione definitiva di tutto questo si trova in letteratura.
Se volete sapere altro, scoprire perché Quarto potere sia una cazzata, come si possa uccidere un giapponese qualunque scelto a casa per strada e dedicare l’assassinio a Bette Davis, lo potete scoprire in Perfidia, appena uscito in libreria per Einaudi.
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