7 de setembre del 2015

Andrea Camilleri: i 90 anni del papà di Montalbano

[MondoTiVu, 6 settembre 2015]


Domani sera, dalle 20 in poi, sotto la casa di Camilleri a Roma, in via Asiago, storica sede Rai, si proietterà il documentario "Io e la Rai" (che andrà in onda anche stasera su Rai Tre, in seconda serata) diretto dalla nipote Alessandra Mortelliti e prodotto da Carlo Degli Esposti, il produttore anche di Montalbano per la televisione. 

Auguri ad Andrea Camilleri che oggi 6 settembre compie 90 anni. Questo compleanno corona una vita segnata dal talento e dal successo, una carriera in ascesa ma poliedrica, una carriera che merita di essere celebrata e ripercorsa, a beneficio dei giovani, ma anche dei meno giovani. Il 'padre' del commissario Montalbano e di quell'originale lingua italo-siciliana che ha conquistato milioni di lettori spegne le candeline il 6 settembre. Non solo: a Camilleri viene reso omaggio anche da Rizzoli per cui esce, in una nuova edizione con uno scritto di Giuseppina Torregrossa, "La targa" che ci porta nel 1940 a Vigata, la cittadina immaginaria diventata scenario sempre più familiare come il siciliano di Montalbano, che si è fatto sempre più comprensibile. L'amore verso i polizieschi nacque in Camilleri dopo essersi imbattuto in alcune riflessioni di Leonardo Sciascia sul romanzo giallo: "E' la migliore gabbia dentro alla quale uno scrittore possa mettersi, perché ci sono delle regole, per esempio che non puoi barare sul rapporto logico, temporale, spaziale del racconto" scriveva l'autore di 'A ciascuno il suo'. 

Il grande scrittore dalla cui penna è nato il commissario di polizia più amato che da 21 anni conduce indagini serrate tra Vigàta e Montelusa. Ed ancora Camilleri ha lavorato su tutto Pirandello, sul teatro di Eliot e sulle Piéce di Eugène Ionesco: testi come Le Sedie, dalla messinscena complessa e simbolica, e Il Nuovo Inquilino, gli hanno permesso una cruciale opera di mediazione culturale (parliamo degli anni '50 e degli anni '70) a partire dal teatro dell'assurdo, corrente fondamentale nella ricerca estetica del Novecento, iniziata per altro dal suo conterraneo agrigentino Luigi Pirandello. Montalbano, insomma, è arrivato tardi: e poco importa se la fama di un giallista sia fatalmente legata all'invenzione di un personaggio, un luogo e un tempo, come avviene per le varie personalità che si sono confrontate con questo genere e, va da sé, con l'implicita estetica di questo genere, basata su meccanismi narrativi tanto basilari quanto affascinanti. Sarà un evento, visto che vi prenderanno parte l'attore Luca Zingaretti, volto del commissario siciliano, Antonio Albanese, Fabrizio Bentivoglio e forse Roberto Benigni. Poco importa, soprattutto se nella lingua di Montalbano Andrea Camilleri, prolifico regista, poeta (non vanno dimenticati, infatti, i giovanili esperimenti di Camilleri in poesia) ha trovato nello stile dei racconti di Montalbano lo sbocco adeguato per la sua ricerca personale, letteraria e specificamente linguistica. La prima riguarda la sua prolificità e la seconda l'uso della lingua, il siciliano, come misura della sua narrativa. 


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